Capitolo 29 - Un Thetan Operante curato con farmaci


IL Thetan può pulire e risanare, a piacimento, il suo corpo e quello altrui.

Scientology 8-80

(Per la definizione di Thetan Operante vedi qui)


All'inizio del 1972 Hubbard si ammalò improvvisamente e inspiegabilmente di una malattia che sfuggiva ad ogni diagnosi. Verso la fine di gennaio il Commodoro inviò una nota patetica a Jim Dincalci, ufficiale medico della nave: «Jim, non credo che ce la farò». Dincalci non sapeva che fare: era stato designato ufficiale medico perché prima di entrare in Scientology aveva lavorato sei mesi come infermiere. Quando nel 1970 era arrivato sulla nave era rimasto profondamente turbato nel rendersi conto che Hubbard si ammalava esattamente come tutti i comuni mortali, benché il libro Dianetics: La Scienza Moderna della Salute Mentale dica che con il semplice potere della mente un Clear è libero da praticamente tutte le malattie; e Hubbard era molto più che un Clear: un Thetan Operante. Già durante la sua prima settimana come ufficiale medico, Hubbard disse di non sentirsi bene, e un allibito Dincalci vide che era stato chiamato un medico e che questi aveva prescritto una terapia a base di antidolorifici e antibiotici. «Pensavo» ha raccontato, «che in quanto thetan operante avrebbe avuto il controllo totale del suo corpo e del dolore». Nonostante questa chiara contraddizione che da sola smontava le straordinarie affermazioni della dottrina di Hubbard, Dincalci rimmarrà ancora a lungo al fianco del thetan operante Ron.

Dincalci si consultò sulla malattia del Commodoro con Otto Roos, uno degli auditor senior presenti a bordo. Roos ipotizzò che il problema fosse scaturito da qualche episodio del passato che non era stato audito in modo adeguato. Era necessario passare al setaccio tutte le cartelle in cui erano state annotate e archiviate le sedute di auditing di Ron. Su autorizzazione di Hubbard, Roos si fece mandare le cartelle da Saint Hill e da tutte le sedi negli Stati Uniti in cui Hubbard era stato audito nel corso degli anni. Erano centinaia, messe una sull'altra formavano una pila alta due metri e mezzo. Iniziò a esaminare i folder, ossia le cartelle contenenti tutto quanto rivelato durante l’auditing, e scoprì con molta inquietudine che l'e-meter aveva indicato numerose letture di tipo “rock slam”, ossia di atti riprovevoli tenuti nascosti. E l'e-meter non mente.

Verso la fine di marzo Roos era nella sua cabina ancora impegnato ad esaminare le cartelle quando arrivò una messaggera per annunciargli che il Commodoro voleva vedere tutti i suoi folder. Roos rimase sbigottito: è regola inviolabile dell’auditing che nessuno possa visionare il proprio folder, perché comprometterebbe la sua sanità mentale e la sua evoluzione spirituale come thetan. Subito dopo, la porta venne spalancata da due membri dell'equipaggio che fecero irruzione nella cabina e portarono via il materiale. Passarono due giorni prima che una messaggera riferisse a Roos che il Commodoro voleva vederlo. Appena l'olandese mise piede nell'ufficio di Hubbard, fu chiaro che il Commodoro si era ripreso in modo stupefacente dai suoi malanni: Hubbard balzò dalla scrivania con un gran urlo e colpì Roos prima con un pugno, poi con un calcio rabbioso. Urlava talmente forte che Roos non riuscì a capire che cosa stesse dicendo, salvo che aveva a che fare con le letture “riprovevoli”. Mary Sue, con la faccia seria, stava seduta in un angolo senza fiatare. Dopo che Hubbard si fu un po’ calmato, si voltò verso Mary Sue e le chiese se in qualità di suo auditor avesse mai visto quelle "letture riprovevoli". «No, Signore» rispose, «non hai mai avuto quel tipo di letture». Hubbard andava su e giù per la stanza, molto preoccupato per il fatto che Roos «ne aveva sicuramente parlato con tutta la nave», e adesso tutti parlavano e ridevano della cosa. In realtà Roos non ne aveva parlato con nessuno, ma questo non gli impedì di essere posto agli "arresti in cabina" (17).

Otto J. Ross
Oltre ad Alexis anche un altro figlio di Hubbard stava causando dei fastidi. In un periodo in cui Ron era particolarmente depresso (Doreen Smith, una messaggera, ha raccontato che in quel periodo parlava spesso di “lasciare il corpo”, ossia morire), Mary Sue decise di chiudere i conti con Nibs. Dopo aver "fatto blow dall'org" nel 1959, il primogenito di Ron era diventato apertamente critico nei confronti del padre e della chiesa da lui fondata. Quando sorsero dei problemi legali tra l'Internal Revenue Service e Scientology, Nibs aveva testimoniato contro di essa. Nel settembre del 1972 Mary Sue orchestrò una operazione per "maneggiare" Nibs: fece condurre una ricerca in tutti gli archivi di Scientology e ordinò al Guardian's Office, l’intelligence interna, di darsi da fare. La chiesa non rivelò mai ciò che aveva trovato, ma il 7 novembre Nibs registrò un colloquio video con un funzionario della chiesa in cui ritrattava la testimonianza resa all'IRS e tutte le accuse che aveva fatto contro il padre. Era stato un «gesto vendicativo», spiegò, in un periodo in cui stava vivendo un profondo stress emotivo. «Ho raccontato una montagna di bugie e ho fatto molto, molto danno a molte persone di cui ho profonda stima. Amo mio padre; e un'altra cosa: ho rilasciato alcune disgustose dichiarazioni sulla Sea Org, ma nessuna di esse corrispondevano al vero. Non ho conoscenza personale di azioni scorrette, o illecite, o brutalità o qualsiasi altra cosa commesse dalla Sea Org o altri membri dell'organizzazione di Scientology».

Hubbard ebbe poco tempo per riflettere sulla dichiarazione d'amore del figlio. Stava più probabilmente riflettendo sull’inevitabilità con cui i suoi progetti andavano in fumo. Dopo Corfù e la Rhodesia, credeva di aver trovato nel Marocco uno Stato disponibile ad accogliere Scientology, ma le cose stavano precipitando. L’idea, in vero alquanto avventata, di addestrare all’e-meter la polizia segreta marocchina era finita nel caos. A questo si aggiunse una tegola caduta dalla Francia: la locale Chiesa di Scientology stava per essere inquisita per truffa; c'era la possibilità che le autorità francesi chiedessero al Marocco l'estradizione di Hubbard. A quel punto il Commodoro si ricordò che era giunto il momento di riprendere le esplorazioni. Nel giro di 48 ore un traghetto avrebbe lasciato Tangeri per Lisbona, tutti dovevano trovarsi a bordo con ogni cosa trasportabile dell’OTC, la “Base Terra” istituita a Tangeri. Nei due giorni seguenti si videro numerose automobili, furgoni e motorette fare incessantemente la spola tra la città e il porto di Tangeri. Anche il Marocco si aggiunse alla lista degli Stati canaglia.

Nel frattempo l'Apollo era stata tirata in secco a Lisbona per manutenzione e non poteva fornirgli alcun rifugio, così con un volo Lisbona-Chicago Ron fece ritorno in America, scendendo però allo scalo di New York temendo che la polizia fosse ad attenderlo nell’aeroporto di arrivo. Per alcuni mesi rimase nascosto in un lussuoso appartamento nel Queens con piscina privata riscaldata, assistito da Ken Urquhart, Jim Dincalci e Paul Preston. A seguito dello spavento causato dal timore di venire arrestato ed estradato, nelle prime settimane Hubbard non fece altro che guardare tutto il giorno la TV, saltando da un canale all'altro assistendo a tutto, dalle soap opera ai programmi di musica rock. Poi passò alla lettura, leggendo voracemente i tascabili che Dincalci gli comprava. «Imparai presto quali erano le sue letture preferite» ha raccontato. «Era tutta roba di sangue e fughe rocambolesche. Li sceglievo dalla copertina - più erano violente e piccanti e più gli piacevano».

Hubbard si svegliava verso le dieci o le undici e accendeva immediatamente la TV, che rimaneva accesa per tutto il giorno anche se leggeva o scriveva. Dopo cena Hubbard beveva un sorso di brandy e a volte rimaneva a parlare fino a notte fonda. «Saltava da un argomento all'altro» ha raccontato Dincalci. «Un momento raccontava di come un angelo gli avesse affidato questo settore dell'universo di cui doveva prendersi cura, il momento dopo parlava della macchina fotografica che dovevo comprargli il giorno seguente. Lo osservavo mentre parlava: a volte rivoltava gli occhi per un paio di minuti, e sembrava andato. Una delle cose che lo turbavano era non essere riuscito a recuperare il denaro accumulato nelle vite precedenti. Nel sedicesimo secolo ne aveva nascosta una grossa quantità dentro una statua equestre in Italia. Era stato uno scrittore, e aveva scritto Il Principe. “Quel dannato figlio di puttana di Macchiavelli me l'ha rubato”, disse.


Parlava molto della sua infanzia e di tutti i cavalli che aveva montato quando era piccolo, di come avesse imparato a cavalcare prima ancora di imparare a camminare. Avevo l'impressione che non avesse avuto un'infanzia felice. Parlava dei genitori con molta amarezza. Ripeté innumerevoli volte di essersi laureato alla George Washington University. “Dicono che non è vero” era solito lamentarsi, “ma è la verità”. Raccontò che durante il bombardamento di Pearl Harbor si trovava su una qualche isola del Pacifico, responsabile di grado più alto perché tutti gli ufficiali erano stati uccisi. Poi una volta che si trovava all'aeroporto una bomba gli era esplosa vicino ed era stato rimandato a casa, primo ferito americano della Seconda Guerra Mondiale. Diceva di avere un tumore adiposo sulla testa, un linfoma, e che dentro c'erano frammenti di sharpnel (18). Una volta gli facemmo fare i raggi X, la pellicola venne ingrandita cinquanta volte per riuscire a trovare i frammenti, ma non ve n'era traccia.

Una volta tornato in patria ferito, nonostante le sue condizioni la prima moglie non era mai andato a trovarlo. Di lei non aveva nulla di buono da raccontare. La seconda moglie, che diceva di non aver veramente sposato, era una spia mandata dai nazisti per controllarlo durante la guerra. Quasi tutte le sere gli facevo un massaggio prima di dormire, e diceva sempre che lo faceva sentire meglio. Dentro di me non ho mai dubitato delle cose che mi raccontava, salvo una volta che mi parlò di esperienze fuori dal corpo, e mi disse com'era bello stare seduto su una nuvola. Io correvo di continuo come un pazzo su e giù per New York, sbrigavo le sue commissioni e pensai che se era davvero in grado di fare quelle cose, perché dovevo sempre occuparmene io? Perché non poteva uscire dal corpo e occuparsene di persona?»

A febbraio Hubbard iniziò a farsi molto nervoso dubitando della sicurezza del condominio in cui si nascondevano, e traslocarono in un appartamento nella zona più fatiscente di Queens. Poco dopo il trasloco Hubbard decise di uscire per una passeggiata. Dincalci si preoccupò per i preparativi che il Commodoro stava facendo per passare inosservato. «I capelli gli erano cresciuti molto, gli arrivavano alle spalle ed erano molto trasandati. Insisteva nel voler indossare il suo grande cappello con la tesa alzata che lo faceva somigliare al pagliaccio Bozo. Se fosse entrato in una org conciato così lo avrebbero cacciato». Hubbard uscì all'aperto in una gelida giornata di febbraio, prese immediatamente un colpo di freddo, gli venne un ascesso in bocca e in strada fu seguito e canzonato da un corteo di ragazzini. Non uscì più da solo.

Hubbard nel 1973
Un dente dolorante peggiorò l’umore di Hubbard, e Dincalci ebbe enormi difficoltà nell'accudire l'intrattabile anziano, che all'inizio non voleva consultare né medico né dentista. Quando alla fine Hubbard perse uno dei suoi denti guasti, Dincalci dovette sminuzzargli tutto il cibo. Alla fine Hubbard accettò di vedere un chiropratico. Quando si recavano al Greenwech Village dove c'era l'ambulatorio, Hubbard indossava una parrucca per non farsi riconoscere. Una volta Dincalci e Preston portarono l'imparruccato Commodoro al ristorante cinese per gustare il suo piatto preferito, uova foo yong. Fu la loro unica uscita sociale.

Su indicazioni di un allergologo Hubbard iniziò un ciclo regolare di iniezioni, praticategli da Dincalci, che sembrarono giovargli. Con il migliorare del suo stato di salute cominciò ad interessarsi di più alle faccende della Chiesa di Scientology, scrivendo addirittura bollettini con un po' del suo antico entusiasmo. «Scriveva a mano a una velocità stupefacente» ha raccontato Dincalci. «Era come una scrittura automatica. Aveva lo sguardo vuoto, come se fosse totalmente andato, gli occhi si rivoltavano all'indietro e gli angoli della bocca si piegavano all'ingiù e iniziava a scrivere freneticamente. Non ho mai visto nessuno scrivere così».

Nel 1972 Ron porta a termine uno studio sociologico sulla città di New York e dintorni.

Che cos'è Scientology?


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