Capitolo 6 - La fantascienza e il misterioso Excalibur


Quando torna a New York, i dirigenti della Street & Smith si assicurano la competenza di L. Ron Hubbard per una rivista acquistata da poco: Astounding Science Fiction. Gli viene chiesto di incentivare le vendite, che sono piuttosto fiacche, con racconti di gente vera, non macchine. Egli accetta la proposta e da quel momento in poi il volto della fantascienza sarà mutato per sempre.

L. Ron Hubbard; Un Profilo


Per gli appassionati di fantascienza il 1938 segnò l'alba della sua Età d'Oro. Fino ad allora le riviste pulp di fantascienza erano relegate nello scaffale più basso delle edicole, sostenute dalla devozione di uno zoccolo duro di sognatori di macchine del tempo e viaggi interstellari, generalmente considerati un po' tocchi. Il retaggio di Mary Shelley, Jules Verne e Edgar Allen Poe era degenerato in spazzatura: storie fiacche di robot scritte in prosa da quattro soldi, molto "fanta" e poco "scienza", dove i protagonisti erano creature dagli occhi a palla. È possibile datare l’inizio dell'Età d'Oro con la nomina di John W. Campbell Junior a direttore della rivista Astounding Science Fiction. Era l'inizio del 1938, Campbell aveva 27 anni e riuscì a far emergere la fantascienza dal pantano pulp dov’era precipitata elevandola a forma d'arte.

Ostinato, prepotente, loquace, gran fumatore, Campbell sfornava idee di continuo, esponendole nel dettaglio. Pubblicato il suo primo racconto di fantascienza nel 1930, Campbell si era subito imposto come scrittore originale, fantasioso e sofisticato. A Campbell interessava speculare sulle implicazioni emotive, filosofiche e sociologiche delle future conquiste scientifiche. Quasi tutti i nomi più importanti dell’epoca, Isaac Asimov, Robert Heinlein, A.E. van Vogt e molti altri, furono pubblicati per la prima volta da Astounding. Campbell non scendeva mai a compromessi. Le trame insipide venivano scartate, accompagnate da pagine di critiche dettagliate e da suggerimenti per nuovi racconti. Theodore Sturgeon una volta si vide respinto un racconto con una spiegazione di sette pagine sul perché la fissione di metalli leggeri non era possibile. Campbell era sia visionario che realista. Credeva nel paranormale e nei viaggi spaziali, ma credeva anche fermamente che la fantascienza doveva far onore al suo nome. Una delle sue idee predilette era che l'uomo utilizzasse soltanto un quarto della capacità del cervello. Lavorando su questa incerta premessa, Campbell cercò incessantemente di includere telepatia, ESP ed altri strani fenomeni psichici in una scienza che battezzò "psionics".

1930 – il primo numero di Astounding
Campbell incontrò per la prima volta L. Ron Hubbard quando era direttore. Ron raccontò la circostanza nel suo solito modo: «Sono entrato nel mondo della fantascienza e del fantasy perché il direttore esecutivo della Street and Smith ordinò a John Campbell di acquistare qualsiasi cosa scrivessi, al fine di rinfrescare la rivista e aumentarne la tiratura. John, anche se in seguito diventammo amici, non apprezzò per nulla». Non è credibile che Campbell avesse ricevuto quell’ordine: Campbell non avrebbe mai rinunciato alle sue prerogative di direttore editoriale o di chiedere di riscrivere una storia se l'avesse ritenuto necessario. «Chi non corrispondeva ai suoi requisiti non gli vendeva nulla» ha raccontato Asimov. Quali che siano state le circostanze dell'incontro, il giovane direttore e il giovane scrittore si piacquero e nell’aprile del 1938 Astounding pubblicò la prima avventura di Ron nel mondo della fantascienza.

I primi numeri di Astounding contenenti racconti di Ron Hubbard
Sempre del 1938 sarebbe Excalibur, un libro di Ron mai pubblicato. Negli anni successivi si sarebbe molto parlato di questa “grande opera”. In realtà è una pietra miliare della mitologia costruita attorno alla sua vita. Si diceva che il libro derivasse dalla "scoperta" di Ron secondo cui la legge fondamentale della vita era sopravvivere anche se, naturalmente, il ruolo giocato dalle «sue esplorazioni, viaggi ed esperienze ai quattro angoli del mondo, tra tutti i tipi umani, è stato di importanza cruciale». L’alone di mistero che avvolge questa fantomatica opera venne alimentato sostenendo che le prime sei persone che avevano letto il manoscritto rimasero talmente sconvolte da uscire completamente di senno. È tuttavia curioso che nessuno dei colleghi scrittori di Ron fosse a conoscenza dell'esistenza del libro, ad eccezione di Art Burks: «Un giorno Ron mi telefonò e mi disse: "Voglio vederti immediatamente, ho scritto un libro". Non avevo mai visto nessuno tanto eccitato. Lo aveva evidentemente scritto di getto, senza dormire e mangiare, e si era ridotto a uno straccio. Era così certo di avere qualcosa "di ben superiore" a qualsiasi altra cosa che mi raccontò di aver inviato telegrammi a diversi editori informandoli di aver scritto il libro, di incontrarsi a Penn Station per discuterne, e che l'avrebbe dato al miglior offerente. Non so se l'avesse fatto davvero, ma era in linea con il suo carattere. Mi disse che il libro sarebbe stato una rivoluzione totale: del mondo, dell'atteggiamento della gente verso il prossimo. Pensava che avrebbe avuto sulla gente un impatto superiore a quello della Bibbia». Burks ricordava che il manoscritto era di circa settantamila parole ed iniziava con una fiaba su un re che radunava tutti i saggi e ordinava loro di portargli tutta la saggezza del mondo in cinquecento libri. Dopo che l'ebbero fatto, volle che la saggezza fosse ridotta in un solo libro, e infine in una sola parola. Quella parola era "sopravvivi".

Burks accettò di scrivere una breve biografia di Ron da usare come prefazione. Si trattava del solito materiale su "l'impavido acrobata", a cui veniva aggiunta una sorprendente affermazione: il 1934 era stato l'anno in cui Ron aveva «concluso la sua applicazione della geometria analitica alla navigazione aerea». La prefazione citava inoltre un aspetto del carattere di Ron che pochi membri della American Fiction Guild avevano notato: la ritrosia a parlare di se stesso. Excalibur non venne mai pubblicato. Burks era convinto che Ron ne fosse rimasto profondamente deluso, ma imperterrito Hubbard alimentò le chiacchiere sulla sua esistenza e sui suoi contenuti. «Una volta mi disse che nel baule aveva un manoscritto che avrebbe rivoluzionato il mondo» ha raccontato il suo amico assicuratore Mac Ford. «Diceva che si intitolava Excalibur, ma è tutto ciò che so. Non l'ho mai visto».

Mentre il lavoro filosofico di Ron languiva in attesa del sospirato editore, i suoi sforzi nel campo della narrativa continuavano ad incontrare un vasto favore. Oltre al debutto nel mondo della fantascienza, il 1938 fu l'anno in cui Ron cavalcò l'onda delle avventure western. Il suo nome appariva quasi ogni mese sulla rivista Western Story, con una serie di titoli enfatici: "Il Caballero dalle Sei Pistole", "Rivincita al Piombo Bollente", "Cavalca El Cowboy", "Il Pistolero Fantasma della Città Spettrale", "La Morte Attende il Tramonto" eccetera. Collaborò inoltre con Campbell che invitò Ron a scrivere per Unknown, una rivista che stava per lanciare, specializzata in fantasy bizzarro. "The Ultimate Adventure" venne utilizzato come racconto di copertina nel numero di aprile 1939 e "Slaves of Sleep" per quella di luglio.



Se paragonata a quella degli anni precedenti, la produzione di Ron nel 1939 fu relativamente scarsa: sette racconti e due romanzi brevi. Ron aveva in mente altre cose. L'anno precedente il suo amico H. Latane Lewis II, che all'epoca lavorava alla National Aeronautic Association, lo aveva raccomandato al Ministero della Guerra di Washington come uomo giusto per un incarico consultivo negli Air Corps. In una lettera al Brigadiere Generale Walter G. Kilner, Latane Lewis II promosse Ron al grado di "Capitano": «Quando la settimana scorsa mi chiese di consigliarla a proposito del problema di portare negli Air Corps dei giovani motivati e avventurosi, non sapevo che sarei stato tanto fortunato da ricevere, oggi, la telefonata del Capitano L. Ron Hubbard, latore della presente. Il Capitano Hubbard, che sicuramente conosce in qualità di scrittore e conferenziere, è probabilmente l'uomo migliore a cui chiedere consulenza sull'argomento, a causa delle sue vaste conoscenze. Si è offerto di fornire il suo punto di vista di persona. Come membro dell'Explorers Club ha l'occasione di rivolgersi a migliaia di giovani nelle diverse istituzioni in cui si reca per parlare delle sue avventure di mare e delle sue varie spedizioni. Sebbene si sia dedicato al volo librato a motore soltanto per raccogliere informazioni per i suoi racconti, è tuttavia molto rispettato nell'ambiente aeronautico per la sua capacità e audacia, che lo hanno portato a stabilire due record. Parla spesso ad Harvard».

L'offerta di Ron di fornire il suo punto di vista cadde nel vuoto, forse perché il Brigadiere Generale scoprì che L. Ron Hubbard non era Capitano, non era membro dell'Explorers Club, non era un conferenziere, non aveva stabilito record di volo e non aveva mai parlato ad Harvard.

Gran parte degli scrittori di fantascienza in auge in quel momento si riunivano spesso nel disordinato ufficio di John Campbell. Fu proprio lì che i collaboratori di Astounding e Unknown fecero la conoscenza di L. Ron Hubbard. L. Sprague de Camp pensava che Ron assomigliasse «a un Pan reincarnato che aveva un po' esagerato con l'ambrosia». Al contrario, Isac Asimov, che ammirava molto il lavoro di Ron, fu emozionato quando lo incontrò la prima volta. «Era un tipo espansivo e mi sorprese» ha ricordato Asimov. «I suoi eroi tendevano ad essere piccoli uomini paurosi che si trasformavano quando dovevano affrontare le emergenze, e mi aspettavo che in qualche modo Hubbard fosse un tipo del genere. "Non assomigli per nulla alle tue storie" gli dissi. "Perché, come sono le mie storie?" chiese. "Oh, sono fenomenali" dissi con entusiasmo, e tutti i presenti scoppiarono a ridere mentre io arrossivo e cercavo di spiegare la gaffe». A New York Ron fece continue pressioni per riuscire finalmente a soddisfare una sua vecchia ambizione: essere accettato come socio dell'Explorers Club. Nel corso degli anni aveva spesso lasciato intendere che ne fosse membro, ma sempre in modo evasivo. L'affiliazione all'altezzoso Explorers Club di New York conferiva prestigio e Ron ambiva ad appartenere a questa nobile confraternita, anche perché avrebbe legittimato in un sol colpo la sua inesistente carriera di esploratore e avventuriero. Quando voleva, Ron sapeva essere l'uomo più affascinante e socievole, e si diede molto da fare per stringere le conoscenze giuste. Il 12 dicembre del 1939 venne formalmente proposto come socio dell'Explorers Club sulla base di ciò che sembrava essere una richiesta di ammissione impressionante, che citava i dati di notevole valore raccolti per l'Ufficio Idrografico e per l'Università del Michigan nel corso della sua spedizione nei Caraibi, la sua pionieristica analisi mineralogica di Porto Rico e i suoi voli di ricognizione negli Stati Uniti, intrapresi per «assistere la definizione del campo e facilitare i dati» che, è superfluo precisarlo, non significa proprio niente. A quanto pare il comitato di ammissione non verificò le dichiarazioni perché il 19 febbraio del 1940 L. Ron Hubbard venne eletto. Da quel momento in poi rinunciò, lo scrittore che "non amava parlare di sé stesso" raramente alla soddisfazione di dare come suo indirizzo "Explorers Club, New York".


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