Capitolo 34 - Ron il cineasta


Tornato a La Quinta, il Commodoro si diede al cinema. Creò degli studi che vennero equipaggiati di tutto punto e prese ad indossare cappello da cowboy, bretelle e bandana, convinto che si trattasse dell’abbigliamento adeguato per un regista. Venne diffuso un appello in cui si richiedevano volontari con esperienza di recitazione e cinema desiderosi di collaborare con Ron ad un progetto speciale. Tra i primi ad arrivare vi fu una coppia la cui esperienza nel mondo dello spettacolo consisteva in quattro rappresentazioni della loro commedia danzante, Adelle e Ernie Hartwell, che avevano frequentato solo qualche corso di Scientology ed erano stati indotti a pensare che la partecipazione alla "Cine Org" sarebbe stata la loro grande occasione. Il modo in cui Adelle conobbe il Commodoro fu poco incoraggiante: sentì una mitragliata di improperi provenire da dietro un paravento. «"Fottuti figli di puttana, siete così dannatamente stupidi. Andate a quel paese, dannati bastardi". Per lo stupore, lasciai cadere ciò che avevo in mano» ha ricordato. «Chiesi chi fosse quel villano, mi risposero che era il Boss - non eravamo autorizzati ad usare il nome di Hubbard per questioni di sicurezza. "Vuoi dire che il capo della chiesa parla in questo modo?" domandai».


I film della Cine Org non rischiavano certo di vincere l'Oscar. I copioni peccavano di dilettantismo, come tutto il resto. La narrazione iniziava sempre con "Fin dall'inizio dei tempi l'Uomo è andato alla ricerca della verità" e i ruoli erano triti stereotipi o grottesche caricature che riflettevano i pregiudizi di Hubbard. «Il guaio era che voleva fare film che avrebbero sbancato Hollywood» ha raccontato Kima Douglas, e il fedele Jim Dincalci si era ormai convinto che Hubbard fosse squilibrato.

Le locandine di due film destinati a un pubblico di scientologi
Il 15 agosto 1978 un gran giurì federale di Washington rinviò a giudizio nove scientologi per vent’otto capi di imputazione. Mary Sue Hubbard figurava in cima alla lista degli imputati e rischiava fino a 175 anni di carcere. Davanti al tribunale federale, ai piedi di Capitol Hill, si dichiararono non colpevoli.

Qualche giorno dopo, mentre stava girando, Hubbard ebbe un collasso. Venne convocato Gene Denk, un medico scientologo, facendolo arrivare da Los Angeles con una benda sugli occhi. Ma Hubbard credeva di ammalarsi perché i suoi nemici gli scagliavano contro energia negativa; l'auditing era il solo modo per neutralizzare l'energia negativa. David Mayo, senior case supervisor (vedi "supervisore del caso") di Clearwater, partì senza venire informato di dove fosse diretto, né che cosa avrebbe dovuto fare. Un telex urgente e top-secret ordinava di metterlo sul primo volo per Los Angeles, aveva soltanto venti minuti per prepararsi. Non ebbe nemmeno il tempo per salutare la moglie. All'aeroporto di Los Angeles venne fatto salire su un'auto che fuori città si fermò in un parcheggio dove i passeggeri cambiarono macchina. Dopo mezz'ora cambiarono una terza macchina e questa volta Mayo venne bendato.

David Mayo - 1977
Introdotto nella stanza del Commodoro, Mayo rimase senza fiato. «Stava visibilmente molto male, parlava molto lentamente. Nella stanza c'erano diverse apparecchiature mediche, compreso un defibrillatore cardiaco. Denk mi disse che secondo lui LRH era in punto di morte. Avrebbe voluto portarlo all'ospedale, ma temeva che non sarebbe sopravvissuto al viaggio in ambulanza. Mi diedero i suoi folder dicendomi di risolvere il problema. Mi misi subito al lavoro, ed iniziai ad audirlo il giorno successivo». Lentamente Hubbard iniziò a riprendersi, dimostrando a tutti gli abitanti del ranch la portentosa efficacia dell'auditing. Mayo rimase profondamente scosso da ciò che apprese durante le sedute quotidiane con Hubbard: «Rivelò cose di se stesso e del suo passato che contraddicevano completamente quanto aveva sempre raccontato. Non fu tanto ciò che scoprii sul suo passato. Non ero diventato uno scientologo per il suo eroismo in guerra. Rimasi invece profondamente scosso quando vidi ciò che aveva commesso, e lo sentii dire cose che dimostravano che le sue intenzioni erano ben diverse da quelle propagandate. Non stava agendo per il bene pubblico, o nell'interesse dell'umanità. Un giorno mi disse di essere ossessionato da una sete insaziabile di potere e denaro. Non lo dimenticherò mai, usò queste precise parole, "una sete insaziabile di potere e denaro".»

A metà ottobre il Commodoro era di nuovo in piedi occupato con le riprese. A Mayo venne ordinato di recitare e rimase sgomento dal comportamento di Hubbard sul set. «Si portava sempre dietro un megafono elettrico e urlava ordini anche se la persona era a un metro di distanza. La troupe era in stato di terrore costante. Diceva di volere il set in un certo modo, tutti lavoravano freneticamente per costruirglielo, a volte restando in piedi tutta la notte, pregando di non finire nei guai. Quando arrivava il momento di girare, invariabilmente LRH era insoddisfatto: lui aveva detto blu, non verde. Qualcuno veniva spedito al RPF, altri si affannavano per cercare della vernice blu. E allora voleva sapere perché fosse blu, e non giallo, e pestava i piedi, sbraitava che era impossibile lavorare con questa gente».

Ron regista

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Dianetics: La Scienza Moderna della Salute Mentale

Il figlio di Hubbar, Artur, e la messaggera Doreen 
Smith in una scena western poco convincente
Come molte altre iniziative di Hubbard, anche la "Cine Org" ebbe una fine improvvisa e farsesca. Gli Hartwell, che avevano aderito pensando di poter sfondare nel mondo dello spettacolo, alla fine del 1978 riuscirono a districarsi da Scientology e se ne tornarono a Las Vegas, più poveri ma più saggi. Temendo che la chiesa stesse cercando di indurre Dell a tornare sui suoi passi, Ernie Hartwell iniziò a minacciare di rivolgersi a giornali e FBI. Ed Walters, lo scientologo che aveva "maneggiato" il suicidio di Quentin, ricevette l'ordine di "maneggiare" Hartwell. Nel caso in questione, maneggiare era da intendersi come distruggere, ma questa volta Walters non se la sentì; qualcosa dentro di lui si era spezzato. Confidò a Art Maren la volontà di lasciare Scientology, e il terrore che colse l’amico alle sue confidenze fu lo sprone definitivo. Il giorno successivo si rivolse al FBI.

Al ranch l'allarme scattò immediatamente. Hubbard reagì come sempre nei momenti di crisi: scappò. Questa volta a bordo di un furgone appositamente equipaggiato per casi di emergenza, dotato di vetri scuri, un letto e una radio CB. Kima e Mike Douglas vennero di nuovo scelti per accompagnarlo. Partirono al calar della notte, con il Commodoro in preda al suo solito stato di isteria paranoie, in direzione di un motel isolato di montagna. Mentre Hubbard rimava nella sua stanza, i Douglas uscivano ogni giorno alla ricerca di un luogo dove approntare l'ennesima base segreta per il Commodoro. Alla fine trovarono un edificio nuovo a Hemet, una cittadina sul versante occidentale delle montagne californiane in prossimità di Los Angeles, dove Hubbard si trasferì nel marzo del 1979, assieme ad uno sparuto gruppo di messaggere e assistenti. Venne istituito un cordone di sicurezza straordinario attorno all'uomo il cui nome non era permesso pronunciare. Dentro Scientology il nuovo rifugio di Hubbard era noto soltanto come "X". Nell'abitazione venne messo a punto un elaborato sistema di allarme, con cicalini e luci rosse ovunque. Tutto lo staff si esercitava regolarmente in modo da sapere perfettamente come comportarsi nel caso in cui alla porta si fossero presentati degli estranei: dovevano negare di conoscere L. Ron Hubbard, ma comportarsi con normalità mentre il Commodoro veniva accompagnato fuori attraverso una porta sul retro, fino ad un'auto tenuta pronta per la fuga in un garage che si apriva su una strada diversa.

Una volta messe a punto tutte le precauzioni di sicurezza, Hubbard si rilassò e si preparò a godersi la vita di Hemet. Anche se occasionalmente lanciava il cibo contro le pareti, convinto che il cuoco volesse avvelenarlo, in linea di massima era di umore molto migliore di quando cercava di vincere il Premio Oscar. Si alzava verso mezzogiorno, si audiva, poi si occupava della corrispondenza che le messaggere avevano ritenuto potesse vedere. Nel pomeriggio si dedicava alla registrazione di lezioni, che montava con musiche di sottofondo, mentre la sera guardava la televisione oppure si abbandonava ai ricordi davanti ad un pubblico piccolo ma attento.

Hubbard investiva grosse somme di denaro in azioni, pietre preziose e oro. Il portafoglio azioni era enorme, dell'ordine di milioni di dollari e negli appartamenti di Hemet due grosse casseforti custodivano sacchetti di monete d'oro e pietre preziose, ed altri gioielli. Altri sacchetti erano custoditi nelle cassette di sicurezza della banca locale. Per tutta l'estate del 1979 Hubbard seguì da vicino i progressi del battaglione di avvocati che cercavano di impedire che Mary Sue e i suoi coimputati finissero in prigione. Nell'intimità del nascondiglio di Hemet, sosteneva di non essere mai stato al corrente di ciò che Mary Sue stava combinando, e si lamentava del fatto che lei lo stava trascinando nei guai. Tutti sapevano che si trattava di una bugia.

Hubbard volle troncare ogni rapporto con la moglie e David Mayo venne inviato da Mary Sue, che viveva a Los Angeles, per convincerla a divorziare. «Rimase molto offesa e turbata» ha raccontato Mayo, «credevo che mi avrebbe sbranato. In seguito tornai da lei diverse volte per assicurarmi che non avrebbe tradito Hubbard. La cosa che preoccupava maggiormente LRH, era che nel corso del processo Mary Sue potesse rivelare che prendeva ordini da lui. L'aveva coperto così a lungo, e aveva avuto tante occasioni per tradirlo che non riusciva proprio a credere che lui potesse pensare una cosa del genere. Continuava a dirmi "Ma di cosa si preoccupa?"».

Nel materiale di studio per il corso "International Managemen Briefing", del 1984, la situazione familiare di Hubbard viene così presentata: «L. Ron Hubbard è sposato? Sì, è felicemente sposato da venticinque anni con Mary Sue Whipp Hubbard, e durante questo matrimonio hanno avuto tre bellissimi bambini». A parte la sfrontatezza delle falsità dichiarate, Scientology non mostra rispetto nemmeno per la tragedia umana di Quentin, di cui viene negata perfino l'esistenza.

Mary Sue non tradì mai il marito. Il processo era stato fissato a Washington per il 24 settembre 1979. Dopo un accordo tra pubblica accusa e avvocati difensori, il 26 ottobre il Giudice Charles R. Richey dichiarò i nove scientologi colpevoli ognuno di un capo di imputazione del rinvio a giudizio: Mary Sue ed altri due imputati vennero condannati a cinque anni di prigione; gli altri imputati furono condannati a pene detentive minori. Nel condannare Mary Sue il giudice le disse: «Negli Stati Uniti abbiamo un sistema di governo prezioso [...] chiunque, utilizzando quelle leggi o facendosi scudo di esse, cerchi di distruggere le fondamenta stesse del governo è assolutamente da condannare, e non può essere perdonato da alcun cittadino responsabile».

Hubbard biscazziere. Capodanno a Hemet - 1980
(a destra Mike Douglas)
I legali di Scientology speravano di riuscire a impedire che i documenti sequestrati dal FBI nel corso delle irruzioni, e ancora posti sotto sigillo, venissero resi pubblici. Ma il 23 novembre 1979, il giorno dopo il Ringraziamento, la corte di appello ordinò di rendere pubblico il materiale, per la delizia dei giornali e delle televisioni di tutti gli Stati Uniti che alla fine poterono raccontare gli strabilianti dettagli dell'operazione Snow White e alzare il velo dallo strano e reticente mondo della Chiesa di Scientology
I reati commessi da questi imputati sono di una specie e portata mai visti prima. Non c'è stato edificio, ufficio, scrivania o fascicolo che non potesse essere forzato e aperto, che potesse dirsi al sicuro dai loro occhi, dal loro spiare. Nessun individuo o organizzazione poteva dirsi al sicuro dalle loro menti cospirative e spregevoli. Gli strumenti dei loro traffici erano trasmittenti miniaturizzate, grimaldelli, codici segreti, false credenziali e qualsiasi altro dispositivo ritenessero necessario per portare a termine i loro progetti di complotto.

Memorandum di condanna di Mary Sue Hubbard et al, Ottobre 1978.
Hubbard venne smascherato e messo alla berlina dai giornali di tutto il paese. Kima e Mike Douglas cominciarono a porsi serie domande sull'organizzazione e sul loro ruolo, e alla fine lasciarono Scientology. La partenza di due assistenti così fidati e di vecchia data aumentò ancor più la paranoia del Commodoro che arrivò a dubitare della lealtà di chiunque avesse intorno, salvo Pat Broeker e la giovane moglie Annie che l'aveva accompagnato nella fuga e che furono lusingati e compiaciuti di assurgere al ruolo di più stretti confidenti del Commodoro.

Il rapporto di Hubbard con la realtà, da sempre flebile, peggiorò ulteriormente. Emise ordini di progetti per la preparazione di una nuova casa nei pressi di Hemet, che doveva essere «in una zona abitata da bianchi, priva di polvere, difendibile, non circondata da zone più elevate e costruita sulla roccia». Doveva inoltre essere circondata da alte mura, con «feritoie per il posizionamento di armi». Alla fine di febbraio del 1980, qualche giorno prima del suo sessantanovesimo compleanno, Hubbard scomparve con Annie e Pat Broeker. Nessuno lo vide più.

Oserei dire che il 99 per cento di ciò che mio padre ha raccontato della sua vita è falso.

Ron DeWolf, in precedenza L. Ron Hubbard Junior, maggio 1982.

Per quasi sei anni nessuno seppe dove si era nascosto L. Ron Hubbard. Neppure se fosse vivo o morto. Giornalisti, investigatori federali e magistrati gli davano la caccia senza esito. Persino Mary Sue, moglie fedele per oltre venticinque anni, non sapeva dove fosse il marito, come non lo sapevano i suoi figli. Dopo la partenza di Hubbard e dei Broeker gli appartamenti di Hemet vennero chiusi, e la Chiesa di Scientology venne ampiamente ristrutturata, probabilmente per proteggere Hubbard da ogni responsabilità legale e per cancellare le tracce dei proventi che gli arrivavano dalla chiesa, che secondo la rivista Forbes si aggiravano sul milione di dollari la settimana.

La rifondazione di Scientology portò l'organizzazione a un periodo di scompiglio, e nessuno poteva dire con certezza se gli ordini venivano emessi veramente da Ron o se i messaggeri avevano assunto il controllo dell'organizzazione. Nelle lettere che scriveva a chi gli era stato vicino, non faceva alcun accenno alla complessa ristrutturazione in atto. Anche David Mayo - che tuttora crede in Scientology - ricevette alcune lettere da Hubbard, e iniziò a preoccuparsi per il suo stato mentale e a dubitare della sua leadership. «In una delle lettere diceva qualcosa come "penserai che sono impazzito, ma sto ancora bene e credo nella verità di ciò che dico". Era veramente roba da squilibrati, se la prendeva con gli psichiatri e diceva che erano loro la causa di tutto il male, non solo su questo pianeta, ma da tempo immemorabile. Diceva di aver scoperto che gli psichiatri avevano creato il male su un particolare sistema solare, all'inizio dell'universo». Nel maggio del 1981, con l'epurazione ormai avviata e il potere dei messaggeri consolidato, David Miscavige riuscì ad estromettere prima Mary Sue, poi i figli Arthur e Suzette, in quanto "mettevano a rischio la sicurezza". Miscavige completerà l'umiliazione della famiglia Hubbard nominando Suzette sua cameriera personale.

David Miscavige
Nel 1982 Jane Kember, seconda in comando dopo Mary Sue, venne accompagnata in prigione dall'amica Virginia Downsborough. «Fu davvero una scena patetica» ha raccontato la donna «anche sulla strada per il carcere Jane manteneva la convinzione che Ron sarebbe apparso per sistemare tutto. Lei aveva fatto solo ciò che lui le aveva detto di fare, e non riusciva davvero a credere che lui l'avesse scaricata». I legali di Mary Sue si erano appellati alla Corte Suprema ma fu inutile. Nel gennaio del 1983, un giudice distrettuale di Washington rigettò la richiesta di essere inviata in una comunità invece che in prigione. Mary Sue, che all'epoca aveva cinquantuno anni, era scoppiata a piangere in tribunale dicendo di volersi «sinceramente e pubblicamente pentire», ma il giudice Norma H. Johnson non si lasciò impietosire. Considerava i reati commessi, gravi e particolarmente odiosi. «Considerando il suo ruolo guida» le disse, «penso che il suo grado di responsabilità sia alto». Il giorno seguente Mary Sue si presentò all'Istituto Correzionale Federale di Lexington, Kentucky, per scontare la condanna.

Jane Kember - 1966

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